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COMUNICATO STAMPA: VISITA AL CARCERE DI SALUZZO.    Torna alle categorie

Visita al carcere di Saluzzo

COMUNICATO STAMPA

 

VISITA AL CARCERE DI SALUZZO

 

Una delegazione del Partito della Rifondazione comunista, formata dal consigliere regionale Sergio Dalmasso e dall’ex consigliere comunale Dario Carli, ha visitato, sabato 12 novembre il carcere di Saluzzo.

La struttura è aperta dal 1992 ed ha sostituito la vecchia “Castiglia”, ma pur essendo recente, inizia a presentare alcuni problemi, in particolare per quanto riguarda la distribuzione dell’acqua, insufficiente per una popolazione carceraria quale quella attuale.

La capienza regolamentare per i detenuti è di 187, ma il carcere ne contiene il doppio (oltre 360).

155 gli stranieri, in particolare marocchini, tunisini, albanesi. 136 i tossicodipendenti.

Tre detenuti sono semiliberi e 18 godono dei benefici (lavoro esterno) dell’art. 21 della legge carceraria.

Il comandante della Polizia penitenziaria lamenta una grave carenza di organico, resa ancor più evidente dal sovraffollamento dei detenuti. Se la pianta organica prevede 253 poliziotti, gli effettivi sono 202, ma i presenti risultano 178 (la differenza è di destinati ad altri incarichi “fuori sede”).

L’area pedagogica prevede solamente due educatori (uno per quasi duecento detenuti, la metà dei quali non italiani!), oltre a tre educatori con borsa di studio regionale che scade, però, a breve).

Il problema è particolarmente grave, per ovvi motivi: i detenuti hanno pochi rapporti con il mondo esterno e la funzione degli educatori è, quindi particolarmente preziosa; il grande e generoso lavoro dei volontari non riesce a supplire alla carenza di figure istituzionali.

Tra i detenuti (non esiste a Saluzzo un reparto femminile) 226 sono definitivi (11 con ergastolo), 13 indagati, 81 appellanti o ricorrenti.

Le sezioni che presentano maggiori problemi sono quella ad alta sicurezza (da non confondersi con l’art. 41 bis esistente a Cuneo) e quelli dei detenuti semiprotetti.

E’ positiva, anche se insufficiente rispetto alla domanda, la presenza di corsi scolastici e di formazione professionale.

Sono attivati quello di alfabetizzazione (licenza elementare) frequentato in particolare da immigrati, ma anche da alcuni italiani, quello per la licenza media (150 ore), quelli di falegnameria e per cuochi, mentre se ne sta attivando uno di informatica (richiestissimo) ed è in funzione un laboratorio artistico.

Esiste un giornalino interno che, alcune volte all’anno esce come supplemento al “Corriere di Saluzzo”. Si sta progettando una TV a circuito chiuso.

Molto apprezzata all’esterno l’attività teatrale.

Nel complesso, il carcere di Saluzzo non è esente dai tanti problemi complessivi: carenza di organico, insufficienza del numero degli educatori, mancanza di fondi, destinazione dei detenuti spesso molto lontani da casa.

Nonostante i corsi scolastici e l’impegno dei volontari (il loro lavoro è continuo, spesso quotidiano e sempre poco conosciuto all’esterno) molto sarebbe da farsi: la struttura presenta carenza di acqua e sul riscaldamento vi sono molte lamentele, più corsi scolastici e di formazione professionale potrebbero migliorare le condizioni di detenuti che spesso vivono nell’ozio. Molto richiesto è il lavoro, soprattutto da parte di chi non ha mezzi, contatti con la famiglia e ne potrebbe ricavare qualche soldo per piccoli acquisti (cibo, medicinali). E’ sentito anche il problema di un collegamento pubblico con la città, nei giorni di colloquio con i parenti.

Al di là di questioni più generali (leggi, ordinamento penitenziario, misure alternative alla reclusione) il comune, le scuole, le forze sociali dovrebbero iniziare ad attivarsi, non vedendo più il carcere come un luogo solamente esterno (ed estraneo) alla attività politica, amministrativa, culturale, sociale di ogni giorno.

 

Sergio Dalmasso

Consigliere regionale del Partito della Rifondazione comunista.